Cenni storici

 

Situato nel circondario di Vibo Valentia, Jonadi è disteso sul dorso di una collina panoramica, a 430 metri sul livello del mare. Il caratteristico borgo vibonese gode di un'ottima posizione geografica, rappresentando un vero e proprio punto di snodo tra il capoluogo di Provincia, le strade di collegamento per la Costa degli Dei e la zona Sud della Provincia (che si conclude con Mileto). Grazie a questa posizione, Jonadi è uno dei pochi centri in Calabria che dispone sia di un antico e affascinante borgo storico, che di una zona commerciale ad alto incremento demografico.

 

Percorrendo a piedi le vie del centro storico se ne può ammirare la storia: un grande collage di arte, cultura, religione, storia, bellezze naturali, tradizioni popolari, costumi e musica. La storia di Jonadi risale ad un’epoca molto antica; il suo nome racconta delle origini greche, che alcuni studiosi traducono dalla lingua classica “Terre delle Viole” dal greco “ion-ou-viola” o “violetta”. Altri invece, come lo studioso Vito Capialbi, ritengono che la radice etimologica del piccolo borgo deriverebbe dal nome greco di persona Jonà (Jonas) in quanti ricavano dalla “J” di Jonadi discendenza con la famiglia Jonà (antichi greci). A conferma di questa origine storica, i rinvenimenti di reperti ellenici, durante la costruzione della strada che congiunge Jonadi a Nao, nel 1874 circa. Si tratta di un capitello in marmo, uno in pietra e un leone accovacciato in marmo, oggi custoditi nella Chiesa Matrice.

 

 

Jonadi, per il suo clima mite, era rinomato luogo di soggiorno; tant’è vero che nel 1464, San Francesco, nel suo peregrinare verso la Sicilia, sostò proprio a Jonadi, ospite della nobile famiglia Carlizzi. Egli, da un’altura, dove nel 1535 fu eretto il monastero dell’Ordine dei Frati Minori, benedisse tutta la contrada. Inoltre, anche Re Ruggero il normanno, il quale trascorreva i propri inverni a Mileto, era solito portarsi a Jonadi per alloggiare, trasformando la contrada in suo Quartiere. E ancora nel 1798, anche Re Ferdinando IV di Borbone e il figlio Francesco sono stati ospitati a Nao e in ricordo di ciò, il re, donò alla Chiesa dell’Immacolata un suo ritratto e uno della moglie, Lady Aeton. Questi ritratti, rimasero nella Chiesa fino al 1860 ma poi si persero le tracce. Altra figura importante che soggiornò a Nao nel 1799 è stata quella del Cardinale Don Fabrizio Ruffo.

Jonadi fu casale di Mileto e ne seguì i passaggi feudali: fu di Ruggero di Lauria, ammiraglio italiano al servizio dei sovrani aragonesi; poi dei Sanseverino di Marsico, dei Ruffo di Montalto, nobili del tempo, e dei Sanseverino di Bisignano, dei Mendoza, uno dei casati potenti del Medioevo Spagnolo e per successione alla famiglia de Silva. Nel 1807, il territorio di Jonadi fu teatro della prima frazione della sanguinosa “battaglia di Mileto”, che vide protagonisti l’esercito borbonico e quello francese. La battaglia si spostò successivamente nel centro abitato di Mileto, dove l’esercito napoleonico ebbe la meglio. Con la legge francese dello stesso anno voluta da Giuseppe Bonaparte, Jonadi, divenne comune autonomo da quello di Mileto dal quale fino ad allora aveva fatto parte.

Inizialmente, il nuovo comune era costituito dal capoluogo e dalla frazione Nao ed il primo sindaco fu Giuseppe Mesiano, di cui ancora oggi si conserva la fascia tricolore in municipio.

 

 

Anticamente, Jonadi, era diviso in tre zone: Addolorata, Castello e Carcarella. Jonadi diede i natali ad illustri letterati, giuristi, filosofi, umanisti e medici; a testimonianza di ciò sono state rinvenute tombe durante il rifacimento del pavimento della Chiesa del Convento, le più antiche tra queste risalenti al 1726 appartenenti ai signori di quel periodo. Il paese di Jonadi, associava dunque all’economia rurale, tradizioni di spiccata signorilità e cultura. Molte furono le famiglie di nobili origini e ne danno testimonianza i portali di alcuni palazzi di rilevante pregio artistico. Oltre a questi resti, a testimonianza della religiosità degli abitanti, si possono notare sulle facciate di alcune case, degli affreschi e delle incisioni su pietra raffiguranti simboli sacri, come quelli in Via Mazzini e gli altri in Via Toselli. Un’ulteriore conferma della forte religiosità del paese, è l’alta presenza di chiese tra cui la più antica, (Chiesa San Nicola), aperta ai fedeli già nel 1394, già Cappella gentilizia privata negli anni precedenti.

 

 

Dopo l’Unità d’Italia, il deputato Luigi Razza, nel suo progetto regolatore per la sua città Vibo Valentia, aveva previsto, oltre alle tante opere pubbliche, la realizzazione di un aeroporto militare, che oggi porta il suo nome, il quale doveva essere, secondo le sue idee, costruito nel comune di Jonadi. Per fare ciò, fu necessario un compromesso tra i due comuni, di Jonadi e Vibo Valentia, che stabilì che le aree di sinistra verso Mileto sarebbe stata di proprietà del comune di Jonadi mentre l’area di destra sarebbe rimasta di proprietà del comune di Vibo Valentia. Questa zona, denominata Vena di Jonadi, inizialmente era una semplice zona agricola, oggi invece è una zona di grande sviluppo urbanistico, commerciale e sociale.

 

 

Insieme ai vicini comuni di Mileto e San Costantino Calabro, Jonadi, nel 1905 fu colpito da un terribile terremoto che causò numerose vittime. Monsignor Morabito, in questo periodo di difficoltà, si rese conto che le istituzioni esistenti non bastavano, infatti molti erano gli ammalati confinati in povere capanne sparse per i campi che restavano senza cure, senza pane, senza tetto. Ciò lo indusse ad erigere una struttura ospedaliera presso la via Nazionale vicino la borgata di Nao. Era un grande ospedale-ospizio intestato a San Francesco Saverio che accoglieva tutti i poveri riconosciuti tali, da una certificazione firmata dal sindaco o dal parroco. Oggi, però, dell’ospedale, rimangono solo le colonne.

 

Nel 1917 fu inaugurata la tratta ferroviaria di Vibo Marina – Monteleone che nel disegno iniziale doveva far parte di un progetto più ampio capace di collegare il Tirreno allo Jonio. Il progetto rimase però incompleto, seppure, dal 1923 fino all’anno di demolizione 1953 fu operativa la tratta Porto S.Venere-Mileto, fondamentale per lo sviluppo del territorio. La tratta era fornita anche di una fermata al casello di Jonadi-Cessaniti nella frazione Vena, nei pressi dell’aeroporto militare Luigi Razza.

 

Nel 1995, il comune di Jonadi, fino ad allora in provincia di Catanzaro, passò sotto l’attuale provincia di Vibo Valentia ed oltre le frazioni di Nao e Vena, sono state incluse le frazioni di Baracconi e Case Sparse, oggi divenuti piccoli centri urbani.

 

 

Come si è detto, la popolazione jonadese, negli ultimi decenni, sta vivendo un forte sviluppo demografico dovuto soprattutto all’intensa crescita della frazione Vena che consente al Comune di Jonadi di essere tra i primi 10 comuni in Italia per popolazione più giovane.

 

Sezione realizzata in collaborazione con i giovani del Servizio Civile Universale della Pro Loco di Jonadi

 

torna all'inizio del contenuto